martedì 21 ottobre 2014

Il sound design & la Musica Applicata: un esempio pratico

Un video- spot-presentazione di una tipografia... Nulla di speciale fin qui.. se non che all' art director Roberto Terrinoni, viene in mente di fare un qualcosa di “speciale”... riprendere le varie macchine in una continuita' logica del ciclo di stampa , accompagnando il tutto dalla “musica delle macchine”; il germe dell' idea mi ha subito incuriosito, soprattutto il fatto di dover tenere la tensione musicale e ritmica per oltre due minuti con solo il “suono” di macchine tipografiche.
Il primo passo è stato quello di registrare in loco (della tipografia) il suono delle varie stampanti, a diverse velocità, spostamenti, e registri vari, stando attento a carpire qualsiasi suono o loop naturale potenzialmente utile in fase di composizione. Interessante notare come il muoversi in modo non convenzionale (ad esempio ad altezza quasi rasoterra) uscissero altri suoni non evidenti ad altezza normale.
La collaborazione dei vari macchinisti ha consentito un' esplorazione rapida di tutte le possibilità “sonore” delle macchine, oltre che ad eseguire loro stessi dei suoni (ormai non riesco a chiamarli più rumori) con la carta tipica delle lavorazione come il “pareggiamento” o l' inserimento della lastra (che potete sentire all' inzio del brano).
Con oltre 30 minuti di suoni sul Dat, il lavoro vero e proprio poteva iniziare. Il primissimo passo in post produzione è stato quello di separare e trovare in ogni macchinario, vari cicli con un ritmo identificabile che poi sarebbero stati limati tramite l' uso di un campionatore.
Ci siamo; dopo vari tentativi il tutto iniziava ad avere una cronologia precisa anche se la sovrapposizione dei vari suoni per creare un contrappunto ritmico era da fare con molta attenzione poiché ogni suono era molto fitto e denso in termini di frequenze, per cui l' accostamento era da effettuarsi con attenzione. Mancava però ancora il collante vero e proprio : la musica!
 Guardando ripetutamente il video ed ascoltando, l'idea arrivo' “dare anima alle macchine... e cosa meglio di un suono di un' orchestra d'archi e voci. A quel punto, carta alla mano, stabilita la struttura e due temi, ho potuto realizzare la parte che è stata pensata con un accento forte verso il lirismo e la vibrazione, proprio in contrapposizione con il suono stretto, ermetico, quasi robotico delle varie stampanti.
Il contrasto sin dalle prime elaborazioni era efficace, funzionava, ed un' attenta gestione della forma del brano ha consentito di avere uno sviluppo dello stesso fino alla fine con un crescendo quasi a morire, in sincrono con lo spegnimento dell' ultima macchina.

Durante la fase di lavorazione ho maturato la convinzione che la sinergia tra immagine e musica molto spesso si può consolidare usando gli opposti in termini di immagine ed il suo suono, come in questo caso delle macchine umanizzate dalla musica, dove il riferimento sono del video è la pulsazione ritmica della musica.
Nella fase preliminare era stato usato anche una paletta sonora con suoni più sintetici e molto “techno” ma l' effetto era più quello di una eccessiva “massa”, che andava ad ingolfare il messaggio visivo anch' esso molto dinamico e fitto.
Un esempio storico, potrebbe essere, con (le relative distanze) quello del fischio della scena di “Per qualche dollario in più” (http://www.youtube.com/watch?v=_xwyUwBQkJ4&feature=related) dove nella scena finale , supposta essere con la massima tensione, è fondata sull' uso di un suono di un piccolo clarillon, con una melodia neanche troppo tensiva... ma l' effetto è neanche dirlo, ottimo. In conclusione, è buona idea provare a sperimentare anche un approccio trasversale della musica sulle immagini, magari riusciamo a trovare anche un sapore inaspettato che ben si sposa con il nostro progetto.

(c) 2014. Gianluca Verrengia.   www.gianlucaverrengia.com    - Audioworks Recording STudio

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